Ho già raccontato del rito della pasta fresca..la ‘nitta era la regina degli impasti ma soprattutto dei maccherroni! A Carnevale non potevano mancare! “Pigghia i tabbarè ca facemu i maccarruni” (prendi i vassoi che facciamo i maccherroni) e iniziava la festa..farina dappertutto, forme e formine e ferretti (fil di ferro sottile) per stendere maccherroni o quello che ne usciva fuori..ci
Che ridere! Vedere la nonna “accalata a cogghiri caliceddi” (abbassata a raccogliere cavolicelli) era uno spettacolo, rozzolavamo tutti nell’erba..nonne, mamma e zie intente nella raccolta, noi ad alternare una ruota ad una capriola e il cane ad inseguire la sua coda..un quadro impressionista insomma! Come ho già accennato si raccoglievano arance e verdure in questo periodo e la campagna aveva
Adoro qual profumo di cannella misto agli agrumi che facevamo essiccare sulla cucina a legna, fette di arancia alternate alla scorza inebriavano l’ambiente mentre la ‘nitta frullava pezzi di cannella e quell’odore saliva dalle narici e regalava a quei pomeriggi freddi d’inverno un non so che di magico e inebriante. La ‘nitta qualche giorno prima di fare il suo dolce
Avere 2 alberi di melograno che ti producono tutti quei frutti strani da piccola no..non lo apprezzavo affatto! Non ne capivo neanche il senso..sedute a sgranare i chicchi uno ad uno per poi assaggiarli con quegli ossicini fastidiosi..come facevano a mangiarli mia mamma e mia nonna? .. e commentavano pure il sapore! Perdita di tempo, pensavo, e non l’ho mai
“Pereponcino” gridava mio fratello da piccolo, “voglio il pereponcino!”, ma come poteva piacergli!? Io l’ho cominciato ad apprezzare solamente in età adulta, quando mio marito ha insistito a farmi assaggiare la ‘nduja e da lì il mio amore illimitato per questo ortaggio, lo metto ovunque: minestra, pizza, carne, insalata, non esiste cibo che non ne possa essere accompagnato! Ricordo che
In campagna avevamo un albero di cotogne e ogni anno la ’nitta me le faceva raccogliere in questo periodo per preparare la cotognata! Io ne andavo ghiotta..mi piaceva morbida spalmata sul pane col burro! Quei sapori che ami da bimba e che ti accompagnano per tutta la vita! La tradizione di casa voleva che si preparasse su un pentolone! Almeno
San Martino castagne e vino! ‘Nitta le sapeva tutte!!!E che ridere! A suon di filastrocche e canticchiando cadenzava lo scorrere delle stagioni, ne aveva una per ogni occasione..e quando arrivava l’11 novembre? Ovviamente c’era il fatidico San Martino castagne e vino! E guai a non assaggiare vino novello e caldarroste! Ma la vera cerimonia qui era la raccolta delle castagne!
Le rame di Napoli erano così chiamate probabilmente perché si afferma che durante il regno borbonico, successivamente all’unificazione del Regno di Napoli con il Regno di Sicilia, fu coniata una moneta contenente una lega di rame, in modo da sostituire la più ricca lega di oro e argento. Il popolo, con l’introduzione di tale moneta, pensò bene di creare un
“Mmm..che odorino! ‘nitta stai preparando la mostarda vero?”e subito lasciavo i giochi per vedere mia nonna “arriminari” col cucchiao di legno il mosto, mentre in attesa di assaggiarla “caura caura” mi accingevo a tritare le mandorle e il cioccolato fondente da cospargere sopra! Quando la nonna Lucia nel mese di ottobre preparava la mostarda era una vera cerimonia! In fila
Pasta fresca fatta in casa: la ricetta delle nonne per prepararla senza l’uso della macchina! La mia nonna Lucia, ‘nitta la chiamavo, era meraviglisa in questo..ogni occorrenza ed ogni festa era sua abitudine celebrarla con i maccherroni fatti in casa e quasto dava armonia e gioia a noi bambini che usavamo giocare con qull’impasto e con la farina che finiva
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